Le FAQ

f.a.q.

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CARIE?

Definizione O.M.S. (Organizzazione Mondiale della Sanità): “Per carie dentaria s’intende un processo patologico localizzato, d’origine esterna, che compare dopo l’eruzione del dente e che si accompagna ad un rammollimento dei tessuti duri ed evolve verso la formazione di una cavità”. La carie è quindi un processo distruttivo e localizzato che inizia sulla superficie esterna del dente. L’esterno del dente è ricoperto dallo smalto che è il sostanza più dura e resistente del nostro organismo. La parte del dente fuori dalla gengiva si chiama corona. La carie si forma con maggior frequenza sulla superficie masticante oppure a livello del colletto e nella superficie dei denti che si fronteggiano (superficie interdentale). La carie si ingrandisce più o meno rapidamente verso l’interno del dente, rammollisce la dentina, formando un buco e alla fine raggiunge la polpa dentaria (il nervo). La sensibilità al caldo, al freddo, allo zucchero aumenta man mano con l’approfondimento del buco nel dente.

LA GENGITIVITE

E’ un’infiammazione della gengiva provocata dalla moltiplicazione abnorme e non controllata dei batteri, denominata placca batterica o meglio patina batterica e dalle tossine derivanti dal loro metabolismo e dalle sostanze immesse dalla morte dei batteri stessi. Pulendosi bene i denti metodicamente tutti i giorni la malattia guarisce da sola. Si nota che all’inizio le gengive sanguinano spontaneamente poi mana mano il sanguinamento diminuisce per poi alla fine non si manifesta più. Questo non significa che non bisogna pulirsi regolarmente e bene, e che non si debba fare le visite periodiche dall’igienista ogni 6 -8 mesi. I sintomi sono: sanguinamento gengivale durante la pulizia quotidiana dei denti o quando si masticano cibi duri.

Se si trascura tutto questo dalla gengivite si passa gradatamente e lentamente ad una forma più grave di malattia denominata parodontite marginale cronica che si aggrava ma mano con l’età. Infatti poco a poco (per evoluzione cronica), nel corso degli anni, l’infiammazione insieme alla proliferazione dei batteri (infezione) si estende a tutti gli altri tessuti che circondano il dente: l’osso, il cemento radicolare, il legamento parodontale. Allora si parla di parodontite marginale cronica chiamata comunemente piorrea. I sintomi sono: sanguinamento gengivale durante la pulizia quotidiana dei denti o quando si masticano cibi duri.

QUALI SONO I PRINCIPI FONDAMENTALI ED IRRINUNCIABILI DELLA PREVENZIONE DELLE MALATTIE DEI DENTI?

1) L’ IGIENE ORALE QUOTIDIANA
2) L’ IGIENE ALIMENTARE
3) LE VISITE PERIODICHE DI CONTROLLO
4) L’ ORTODONZIA (se vi è indicazione)
5) L’ USO TERAPEUTICO DEL FLUORO

LA PLACCA O PATINA (BATTERICA)

La bocca presenta una flora batterica simile a quella delle delle feci. Per placca o patina s’intende una poltiglia sottile di solito trasparente di materiale gelatinoso molto adesivo che rende i denti scivolosi al tatto. Essa ricopre parte del dente al di sopra e al di sotto del margine gengivale, per questo si distingue la placca sopragengivale da quella sottogengivale anche se sfumano l’una nell’altra. La placca si può rimuovere solo usando bene lo spazzolino con direzione e forza controllata.

COSA SUCCEDE ALLA PLACCA NON RIMOSSA?

La patina non rimossa metodicamente e periodicamente con lo spazzolino ed il filo dentario aumenta sempre più di spessore e con l’arrivo di nuovi batteri e per proliferazione di quelli già esistenti, diventa visibile. Dopo circa tre settimane la patina a causa della precipitazione dei sali salivari (in particolare dei fosfati di calcio) si calcifica diventando simile a gesso duro. A questo punto si forma il tartaro simile al gesso per cui è necessario ricorrere al dentista perché il filo e lo spazzolino non sono più efficaci.

Occorre praticare:
     – la detartrasi rimozione del tartaro;
     – lo scaling levigazione delle radici;
     – root planing, per togliere il cemento morto e tossico ed ogni irregolarità della superficiale dalle radici che impedirebbe la guarigione e favorirebbe il deposito di nuova placca.

LO SPAZZOLINO IDEALE?

Poiché la patina appena formata è facilmente asportabile per non traumatizzare senza motivo denti e gengive, è consigliabile uno spazzolino con setole sintetiche, facilmente lavabili, né troppo dure né eccessivamente morbide, con le punte arrotondate e con la testa piuttosto piccola da permettere di raggiungere le aree meno accessibili della bocca. E’ preferibile usarlo asciutto e sostituirlo non appena le setole si sfrangiano. Se si hanno abitudini d’igiene orale regolari lo spazzolino andrebbe sostituito ogni 2 o 3 mesi circa. Uno spazzolino vecchio o usato impropriamente può provocare più danni che benefici. Dopo l’uso bisogna pulirlo accuratamente e farlo asciugare. Lo spazzolino ideale deve avere caratteristiche ben precise, anche se variazioni in più o meno, entro certi limiti, non ne modificano l’efficacia. Lo spazzolino ideale ha: il manico di plastica ben solido e comodo alla presa. E’ impressionante osservare quanti spazzolini scomodi ci siano ancora in giro! Le misure ideali sono: circa 13-14 cm. di lunghezza (testa spazzolante compresa), testa spazzolante di 2,5 cm. di lunghezza e 0,8-1 cm. di larghezza. Setole di nylon od altro materiale sintetico di consistenza media soffice (diametro della singola setola 0,20-0,24 mm.) alte circa 1 cm. arrotondate all’estremità, e disposte per quattro file per l’adulto e per tre file per il bambino.

SONO UTILI I COLLUTORI?

Sono utili invece a seguito d’interventi parodontali, ad estrazione dentarie in presenza di ferite, etc. Presi da soli  non sono in grado di mantenere sotto controllo la patina. Usati spesso al posto dello spazzolino e del filo dentario si sono dimostrati inefficaci o addirittura dannosi soprattutto perché possono modificare il naturale equilibrio ecologico della flora batterica orale. Per tale ragione vanno usati con ponderatezza e per periodi brevi di tempo. La clorexidina, il principio attivo di quasi tutti i collutori, che è attualmente usata per il controllo chimico della patina batterica non si sottrae a questa regola. La clorexidina è un agente antisettico molto efficace perché è in grado di distruggere tutti i batteri presenti nel cavo orale con un effetto prolungato. Vista la sua potenza va utilizzato con criterio, non più di due volte al dì e per periodi limitati a quindici o venti giorni, e solo se prescritta dal dentista. Un uso inappropriato crea resistenza batterica e infiammazione delle mucose. Si trova in collutori e gel ed è consigliata quando non è possibile eseguire una normale igiene orale.

SI POSSONO RENDERE PIÙ BIANCHI I DENTI?

Sono da evitare i dentifrici con sostanze ‘sbiancanti’ a base d’abrasivi perché danneggiano lo smalto. Il colore dei denti è determinato geneticamente e non si può, o meglio, non conviene modificarlo. Non esistono in commercio prodotti in grado di cambiare il colore dello smalto. Bisogna inoltre sapere che riferendosi ai modelli massmediologici vedi: televisione cinema etc. i loro denti appaiono bianchissimi per effetto delle luci intensissime degli studi dove avvengono le riprese e quindi non sono modelli imitabili.

CHE EFFETTO HA IL FUMO?

Il fumo e soprattutto la nicotina sono dannosissimi per le gengive perché necrotizzano i tessuti. Infatti, le macchie di fumo difficilmente vengono tolte dal dentifricio e si riformano a poche settimane di distanza anche se sono state tolte dal dentista. E’ proibito fumare dopo un intervento chirurgico in bocca, pena il probabile insuccesso dell’intervento.

SONO NECESSARIE LE VISITE PERIODICHE DI CONTROLLO?

La carie e la gengivite hanno un’evoluzione lenta e sono facilmente diagnosticabili. Se si intercettano allo stadio iniziale è più facile curarle con risultati sicuri, senza dolore e con costo biologico, economico ed emotivo limitati. Le visite di controllo vanno programmate nel tempo ad intervalli calcolati in base alla capacità del paziente di pulirsi bene i denti, alla suscettibilità individuale e/o ereditaria di ammalarsi, all’alimentazione che il paziente predilige, alla necessità di controllare e revisionare i manufatti odontoiatrici ed alla situazione ortodontica. E’ comunque indispensabile una visita ogni 5-6 mesi: è il lasso di tempo sufficiente per intercettare sul nascere un’eventuale carie in formazione, di controllare lo stato di salute delle gengive, di togliere il tartaro e le macchie sui denti che nel frattempo, nonostante la più grande attenzione, si saranno formati. Se si segue questo consiglio si può essere ragionevolmente tranquilli sulla preventiva scoperta d’eventuali patologie o d’altri tipi di disturbi.

SONO INDISPENSABILI LE VISITE PERIODICHE PER I BAMBINI?

Particolare cura e attenzione bisogna dedicare ai bambini.  Al contrario di quanto si creda, i denti da latte sono molto importanti sia per le normali funzioni dei denti ma anche e soprattutto perché i denti decidui guidano e condizionano l’eruzione e il corretto posizionamento dei denti definitivi. Trascurare la crescita dei denti dei nostri bambini perché “tanto cascano” è un comportamento sciocco ed espone al rischio di evitabili malattie la cui eventuale progressione può condurre anche all’estrazione prematura le cui conseguenze possono portare a fastidiose e costose cure ortodontiche. Quindi bisogna astenersi dal praticare estrazioni di denti decidui prima del nono anno di età. Per evitare carie si possono applicare nei bambini sostanze sigillanti contenenti fluoro nei solchi e nelle aree dei denti che si valuta possano essere a rischio. Si debbono infine controllare tempestivamente eventuali fori congeniti (difetti di coalescenza dello smalto), soprattutto nei denti definitivi che erompono nel periodo di età che va dai 6 ai 12 anni.  Questi fori congeniti se non intercettati e curati in tempo, diverranno in breve tempo carie devastanti e difficili da curare.

DURANTE LA GRAVIDANZA LE CURE DAL DENTISTA POTREBBERO ESSERE PERICOLOSE PER IL BAMBINO?

In linea di massima non ci sono ragionevoli rischi, anche dovendo ricorrere all’anestesia. Tuttavia conviene limitare gli interventi ai casi urgenti ed improcrastinabili, soprattutto gli esami radiografici e rinviare, ove possibile, le cure. Evitare soprattutto le cure durante i primi tre mesi della gravidanza, che sono i più delicati per la formazione del nascituro, rimandandoli, ai mesi successivi.

Per le modifiche fisiologiche che si verificano durante la gravidanza, soprattutto l’aumento del livello di progesterone, che facilita la proliferazione dei batteri della bocca ed indebolisce le difese del sistema immunitario, conviene:
   – Intensificare la cura dell’igiene orale.
   – Nell’arco della gravidanza sottoporsi ad almeno due visite di controllo.
   – Consultare il dentista ai primi sintomi di fastidio alle gengive o ai denti così che sia possibile intervenire il più precocemente possibile.
   – Evitare o limitare o al massimo l’uso di farmaci.
   – Assumere sotto controllo odontoiatrico e/o ginecologico il fluoro. (vedi domanda sull’uso del fluoro).

QUALI SONO I RAPPORTI TRA PREVENZIONE E ORTODONZIA?

L’Ortodonzia è la branca dell’Odontoiatria che si occupa del corretto posizionamento ed allineamento dei denti e quindi dell’estetica facciale. Gli spostamenti dentali vanno eseguiti nel rispetto dei tessuti parodontali, dell’articolazione temporo-mandibolare e dei rapporti occlusali (ingranaggio dei denti). Tra i ‘denti storti’ è più facile che il cibo si intasi costituendo un ottimo pascolo per i microrganismi orali con le conseguenze già considerate.  Da qui la necessità della cura ortodontica.